Fotografia naturalistica e trappole fotografiche - intestazione
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Il lupo


Pochi altri animali hanno il fascino del lupo, forse nessuno ce l'ha. Nell'immaginario collettivo il lupo incarna la leggenda dell'essere libero ed inafferrabile, fiero ed autosufficiente, feroce e selvaggio. Nel corso del medioevo divenne simbolo del maligno e di tutto quel mondo misterioso che la fantasia umana relegava nella foresta appena fuori dal villaggio, un mondo che aveva un'importanza fondamentale nella vita degli uomini di allora, nella stragrande maggioranza affatto privi di conoscenze scientifiche e di esperienze che uscissero dall'ambito della comunità locale.

Questo importante aspetto culturale, unito alla elusività, alla rarità ed anche alle particolarità della vita sociale di questo animale fa sì che il lupo rappresenti uno dei soggetti più interessanti per un fotografo naturalista. Il nostro interesse verso questa specie è iniziato molti anni fa, ma abbiamo avuto l’opportunità di fotografarlo solo nel 2004 grazie ad una fortunata serie di circostanze.

Dagli anni ’70 ad oggi il lupo ha conosciuto una inattesa e sorprendente fase di espansione che lo ha portato a recuperare gran parte dell’areale che nel corso dei secoli aveva perduto. Le cause sono molteplici: abbandono delle montagne da parte dell’uomo, espansione degli ungulati per motivi venatori e per motivi naturali, riduzione del bracconaggio e protezione della specie. Negli ultimi anni il lupo ha fatto ritorno in maniera stabile anche sull’appennino Parmense: mai lo avevamo avuto così vicino.

Nel 2004 il progetto Life Natura finanziato da Regione Emilia Romagna ed Unione Europea ha permesso di raccogliere numerosi dati sulla presenza di questa specie sull’appennino Parmense, oltre che su quello Reggiano e Modenese. Proprio grazie alle persone che lavoravano al progetto abbiamo potuto approntare le trappole fotografiche che sono riuscite a dare un volto al predatore dei nostri boschi.

La nostra esperienza con le trappole fotografiche è iniziata nei primi anni 90’. Mai avremmo pensato di potere fotografare con questi mezzi un animale per noi mitico. In tanti anni però il nostro sistema si è affinato parecchio ed è diventato affidabile: le nostre trappole fotografiche non sono standard, fanno uso di sensori di diversi tipi e di flash autocostruiti, hanno un’autonomia minima di circa un mese, funzionano in ogni situazione climatica.

Pochi altri animali hanno il fascino del lupo. Nessuna foto ci ha dato più soddisfazione di quelle che lo hanno ripreso, libero, nel Parco dei Cento Laghi o nei Boschi di Carrega. Nessun primo piano ripreso nel parco della foresta Bavarese e in qualche oasi faunistica potrà mai avere il fascino dell'immagine di un lupo assolutamente libero, signore incontrastato dei boschi e delle montagne. Un grazie sentito a tutti gli amici che ci hanno aiutato e soprattutto a Mario Andreani e a Margherita Corradi.
 
 

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